La scala Forrester segmenta gli utenti della rete in
sei livelli sulla base della loro partecipazione alla costruzione e fruizione
dei contenuti digitali, definendo in questo modo sei profili socio-tecnografici:
1. CREATORS: caricano contenuti in rete, pubblicano siti e blog
2. CRITICS: commentano e discutono on-line
3. COLLECTORS: scaricano contenuti di vario genere
4. JOINERS: usano i social network
5. SPECTATORS: leggono, visionano e ascoltano contenuti
6. INACTIVES: non fanno nessuna delle precedenti attività
La difficoltà che molti di noi (me compresa) hanno avuto nel
collocare se stessi sulla scala Forrester è dovuta probabilmente al fatto che
questo strumento si propone di misurare l’approccio complessivo nei confronti
della rete e delle possibilità che essa offre - non semplicemente l’adozione di
singole tecnologie informatiche.
Nella prospettiva di chi ha elaborato questo strumento
non è tanto importante stabilire, per esempio, se gli utenti leggono il
quotidiano on-line, aggiornano il loro status su FB o creano contenuti sulle
loro passioni; è più importante stabilire qual è il loro atteggiamento nei
confronti della rete, cioè le aspettative e i bisogni di espressione e
condivisione che ritengono di poter soddisfare attraverso questo mezzo (cosa
che naturalmente si riflette negli usi che ne fanno). Questa scala è stata definita, infatti,
“socio-tecnografica” perché i profili che essa descrive si basano sulle
motivazioni personali e non sulle competenze necessarie alla partecipazione
(con gioia di tutti noi, oggi non è affatto necessario conoscere il linguaggio
Html per generare pagine web).
È utile ricordare che la scala Forrester è nata come
strumento a supporto delle aziende e dei brand per sviluppare le loro strategie
di marketing e comunicazione sul web. Avere tra i propri clienti persone che
riportano sulla rete i loro commenti su un prodotto o servizio può avere
conseguenze molto importanti ai fini organizzativi, in senso positivo o
negativo.
La metafora della scala può essere, in un certo senso,
fuorviante in quanto può portare a ritenere che
livelli più alti di partecipazione si sovrappongano necessariamente a
livelli più bassi (noi saliamo una scala
dal basso verso l’alto!); in questo caso, come testimoniano alcuni
commenti, si può salire e scendere liberamente su questa scala.
Alla luce di queste riflessioni mi colloco tra gli
spettatori, cioè tra gli utenti che usano la rete soprattutto per leggere,
ascoltare e guardare contenuti di varia natura. Ciò non esclude che mi sia
capitato di inserire qualche commento “qua e là”, nei siti e nei blog che seguo
più o meno abitualmente, di caricare o scaricare dei video, di fare ricerche e
anche di usare i social network.