giovedì 11 ottobre 2012

Ma la luna non si rifletteva nel pozzo?

 
Sì, certo...ma tanto tempo fa, quando il pozzo ero uno strumento molto importante nelle società umane perché, associato all'acqua, ne facilitava il lavoro e quindi la vita.
L'importanza che questo manufatto ha avuto nella storia dell'umanità è testimoniata dai molti modi di dire, espressioni ormai cristallizzate mediante la loro ripetizione, di cui il pozzo è protagonista. Diciamo:  "sono caduto in un pozzo nero" per esprimere una condizione di difficoltà dalla quale non vediamo via di uscita; "sei un pozzo senza fondo" per accusare qualcuno di non avere limiti; "è proprio un pozzo di scienza" per ricoscere a qualcuno di avere particolari conoscenze; "un pozzo di San Patrizio" per indicare un luogo dalle mille bellezze e ancora "volere la luna nel pozzo" e "far vedere la luna nel pozzo" per esprimere la condizione di chi vuole l'impossibile o è stato tratto in inganno, si è fatto illudere da qualcosa o da qualcuno. Metafora della pericolosità del mondo, dei suoi misteri ma anche metafora delle infinite conoscenze che alimentano l'anima di ognuno di noi.
Se non ha più pozzi in cui riflettersi, la luna dei nostri tempi incontra gli schermi dei nostri cellulari, delle nostre televisioni, dei nostri computer.
E la metafora si rigenera. Come a dire che la tecnologia è cambiata ma il significato è il medesimo.
Ciò su cui dobbiamo riflettere - questa è la tesi esposta ormai un bel po' di anni fa da Marshall McLuhan - è il rischio che ogni nuova tecnologia eserciti su di noi una lusinga così forte da determinare uno stato di torpore e di passiva accettazione.
"Se non abbiamo gli anticorpi intellettuali adatti ciò accade non appena ne veniamo in contatto, portandoci ad accettare come assiomi assoluti le assunzioni non neutrali intrinseche in ogni tecnologia. se invece riusciamo ad evitare di esserne fagocitati, possiamo guardare quella tecnologia, dall'esterno, con distacco, e a quel punto riusciamo a vederne con chiarezza i principi sottostanti e le linee di forza che esercita"(M. McLuhan Understanding Media. The extensions of man).

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