Ciao!
Ho pubblicato anch'io la mia storia in formato digitale.
Se volete: http://www.flickr.com/photos/88528957@N03/
La luna nello schermo
Tecnologie in movimento
martedì 19 febbraio 2013
mercoledì 28 novembre 2012
Un sito per la didattica: Tagxedo
Vi segnalo un altro sito per la creazione di nuvole di parole: www.tagxedo.com
Nel laboratorio di metodologie del gioco e dell'animazione abbiamo sperimentato il programma Wordle, che però ha fatto impazzire molti di noi poiché non consente il salvataggio della nuvola in formato jpg.
Con Tagxedo gli utenti possono salvare la nuvola sia in formato jpg sia in formato png (da 125KP a 16 MP) in modo che l'immagini conservi un'alta qualità nei siti, blog o profili in cui si desidera pubblicarla.
Anche Tagxedo, come Wordle del resto, offre la possibilità di personalizzare la nuvola con molte combinazioni di colori e font, oltre che di inserire le parole all'interno di particolari forme (ce ne sono circa trenta: gatto, cane, anatra, cuori, stelle..).
Per gli utenti più esperti c'è la possibilità di creare nuvole di parole con proprie immagini e foto. Nel sito c'è una galleria con i lavori realizzati e un blog per supportare gli utenti nelle loro creazioni. Per chi è appassionato di Facebook consiglio di visitare il profilo di Tagxedo...viene proprio da chiedersi come abbiano fatto! C'è poi la possibilità di creare la propria nuvola estraendo le parole in modo automatico da un sito, un blog o dalle pagine dei socialnetwork: io ho provato con il sito del quotidiano La Repubblica...funziona!
Per gli utenti più esperti c'è la possibilità di creare nuvole di parole con proprie immagini e foto. Nel sito c'è una galleria con i lavori realizzati e un blog per supportare gli utenti nelle loro creazioni. Per chi è appassionato di Facebook consiglio di visitare il profilo di Tagxedo...viene proprio da chiedersi come abbiano fatto! C'è poi la possibilità di creare la propria nuvola estraendo le parole in modo automatico da un sito, un blog o dalle pagine dei socialnetwork: io ho provato con il sito del quotidiano La Repubblica...funziona!
Io mi sono divertita a creare una nuvola con tutte le parole che in qualche modo "parlano di me"... diciamo che è stato un altro esercizio di ludobiografia:
martedì 27 novembre 2012
Commento ai blog del laboratorio
Ho inserito un mio commento sui blog di Antonella, Marta e Giulia, nell'ordine ecco gli indirizzi:
http://educationtecnologies.blogspot.it
http://martatecnologic.blogspot.it
http://lefrontieredellatecnologia.it
http://educationtecnologies.blogspot.it
http://martatecnologic.blogspot.it
http://lefrontieredellatecnologia.it
mercoledì 7 novembre 2012
C-MAP...come fare mappe concettuali in formato digitale
Ecco una mappa concettuale sul tema delle immagini nella didattica realizzata con il software C-MAP, progettato sulla base della teoria di Novark, che per primo ha introdotto il concetto di mappa concettuale:
Le mappe concettuali non possono essere identificate con uno schema perché sono qualcosa di più e di diverso da un semplice schema: nelle mappe, infatti, è molto importante non solo l'aspetto della sintesi ma anche l'aspetto delle relazioni che devono esserci tra i nodi di cui è costituita.
Novark definisce le mappe concettuali come "espedienti per cogliere e costruire gli insiemi di significati nascosti dentro una rete di proposizioni (..) per mettere in evidenza le connessioni tra concetti, (...) per chi insegna e per chi impara" (J. Novark. Imparando a imparare. 2001).
Per essere davvero efficaci nel favorire l'apprendimento, secondo Novark, le mappe concettuali devono assumere una configurazione gerarchica cioè al vertice dovrebbero essere i concetti più generali ed inclusivi e più in basso via via i concetti più espliciti e particolari.
venerdì 2 novembre 2012
LA PIRAMIDE DI MASLOW 2.0
Abraham Maslow è uno psicologo americano molto noto per i suoi studi
sui bisogni e sulle motivazioni, che sono considerati i fattori fondamentali che
determinano il comportamento umano.
Nella famosa “Piramide dei Bisogni” (1954), Maslow illustra la tesi secondo cui esiste una
gerarchia di motivazioni, organizzata in cinque livelli, che muove dalle
motivazioni più basse, originate dai bisogni primari come la fame e la sete,
verso le motivazioni più alte, come il bisogno di stima, riconoscimento e
autorealizzazione.
Alla base della piramide si collocano i bisogni primari legati all’uso delle tecnologie informatiche che
possiamo identificare in alcuni strumenti, come le ricerche on-line e i servizi
di posta elettronica, che però caratterizzavano anche la prima era del web.
Al livello superiore si collocano i bisogni di sicurezza che possono essere soddisfatti con programmi
antivirus e di protezione dei dati, sempre più importanti se pensiamo alla mole
dei dati, anche sensibili, che circolano in rete.
Al livello più in alto si collocano i bisogni di appartenenza…è fin troppo facile individuare nei social
network, e in particolare in Facebook , gli strumenti per la soddisfazione di
questo genere di bisogno.
I bisogni di stima e di
riconoscimento possono essere soddisfatti dalle piattaforme di blogging a
disposizione dell’utente per la creazione di pagine personali nonché da alcuni
strumenti (Linkedin) che consentono di entrare in contatto con la comunità dei
professionisti.
Al vertice della piramide c’è il bisogno
di autorealizzazione che può essere soddisfatto attraverso la creazione e
la condivisione di contenuti fruibili da tutta la comunità (Wiki).
Alla piramide di Maslow sono state mosse numerose critiche, alcune
delle quali riguardavano il fatto che le motivazioni non sono uguali in tutte
le società. È bene ricordare che l’accesso alle tecnologie informatiche non è
omogeneo, in alcune aree del mondo permangono grandi difficoltà sia in termini di
alfabetizzazione informatica sia in termini di digital divide.
martedì 16 ottobre 2012
METAFORE E IMMAGINI DI INTERNET
![]() |
Piet Mondrian, Composizione n.10 (molo e oceano), 1915 |
Ho scelto l'immagine di un labirinto - nell'interpretazione dell'artista olandese Piet Mondrian - per sottolineare la differenza tra la rete e gli altri mezzi di comunicazione.
In questo labirinto di strade digitali, ognuno può entrare da ogni parte del mondo, in ogni momento, per una molteplicità di motivi, tracciando un percorso ogni volta diverso. Chi accede alla rete può scegliere, infatti, in quale direzione andare diventando, in un certo senso, autore del proprio percorso di lettura. Ogni pagina della rete è un punto di arrivo, una
porzione di testo che esprime un significato autonomo, ma è contemporaneamente una mappa che, attraverso i
suoi link, orienta la lettura in molti modi di cui non sempre siamo
consapevoli.
Ma come ogni labirinto il rischio è quello di perdersi.. perdere il senso critico, perdere di vista l'obiettivo, senza accorgersi davvero di questo.
domenica 14 ottobre 2012
LA SCALA FORRESTER
La scala Forrester segmenta gli utenti della rete in
sei livelli sulla base della loro partecipazione alla costruzione e fruizione
dei contenuti digitali, definendo in questo modo sei profili socio-tecnografici:
1. CREATORS: caricano contenuti in rete, pubblicano siti e blog
2. CRITICS: commentano e discutono on-line
3. COLLECTORS: scaricano contenuti di vario genere
4. JOINERS: usano i social network2. CRITICS: commentano e discutono on-line
3. COLLECTORS: scaricano contenuti di vario genere
5. SPECTATORS: leggono, visionano e ascoltano contenuti
6. INACTIVES: non fanno nessuna delle precedenti attività
La difficoltà che molti di noi (me compresa) hanno avuto nel
collocare se stessi sulla scala Forrester è dovuta probabilmente al fatto che
questo strumento si propone di misurare l’approccio complessivo nei confronti
della rete e delle possibilità che essa offre - non semplicemente l’adozione di
singole tecnologie informatiche.
Nella prospettiva di chi ha elaborato questo strumento
non è tanto importante stabilire, per esempio, se gli utenti leggono il
quotidiano on-line, aggiornano il loro status su FB o creano contenuti sulle
loro passioni; è più importante stabilire qual è il loro atteggiamento nei
confronti della rete, cioè le aspettative e i bisogni di espressione e
condivisione che ritengono di poter soddisfare attraverso questo mezzo (cosa
che naturalmente si riflette negli usi che ne fanno). Questa scala è stata definita, infatti,
“socio-tecnografica” perché i profili che essa descrive si basano sulle
motivazioni personali e non sulle competenze necessarie alla partecipazione
(con gioia di tutti noi, oggi non è affatto necessario conoscere il linguaggio
Html per generare pagine web).
È utile ricordare che la scala Forrester è nata come
strumento a supporto delle aziende e dei brand per sviluppare le loro strategie
di marketing e comunicazione sul web. Avere tra i propri clienti persone che
riportano sulla rete i loro commenti su un prodotto o servizio può avere
conseguenze molto importanti ai fini organizzativi, in senso positivo o
negativo.
La metafora della scala può essere, in un certo senso,
fuorviante in quanto può portare a ritenere che
livelli più alti di partecipazione si sovrappongano necessariamente a
livelli più bassi (noi saliamo una scala
dal basso verso l’alto!); in questo caso, come testimoniano alcuni
commenti, si può salire e scendere liberamente su questa scala.
Alla luce di queste riflessioni mi colloco tra gli
spettatori, cioè tra gli utenti che usano la rete soprattutto per leggere,
ascoltare e guardare contenuti di varia natura. Ciò non esclude che mi sia
capitato di inserire qualche commento “qua e là”, nei siti e nei blog che seguo
più o meno abitualmente, di caricare o scaricare dei video, di fare ricerche e
anche di usare i social network.
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